Sta cambiando la maggioranza?

Renzi ha preso l’impegno di portare a termine la riforma elettorale, l’Italicum, costi quel che costi. Su alcuni punti però la minoranza PD al Senato non intende cedere, e ha fatto mancare circa 30 voti in alcune votazioni al Senato.  In particolare, la prova di forza si è svolta sulla percentuale dei candidati nominati nei collegi elettorali, che alcuni emendamenti volevano ridurre.
In soccorso però  c’erano i voti di Forza Italia, grazie al patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi. Questo ha fatto dire a qualcuno – dall’interno – che Forza Italia è diventata “Forza Renzi”.
Per ora, la riforma elettorale quindi prevede un premio di maggioranza – pari al 55% dei seggi che scatterà con il 40% dei voti validi invece che con il 37%;

Confermato il ballottaggio nel caso in cui nessuna lista ottenga il 40% dei voti. In tal caso il premio – nelle stesse proporzioni – verrà assegnato alla lista che ottiene la maggioranza dei voti al secondo turno;

Saranno 100 i capilista ‘bloccati’. Solo i capilista potranno essere candidati in più collegi elettorali, fino ad un massimo di 10;
Ogni elettore potrà esprimere una doppia preferenze di genere tra i candidati/e che non sono stati inseriti come capolista;

La soglia di sbarramento per le liste passa dall’8% al 3% dei voti validi su base nazionale;

Miglioramenti ci sono, ma certo il dibattito si lascia dietro profonde divisioni.
Alcuni dissidenti PD intanto guardano a Tsipras, e non escludono grandi manovre. Soprattutto, sono voti che potrebbero mancare al momento dell’elezione del Presidente della Repubblica. Alla Camera, la situazione è più stabile ma non mancano i conflitti. Si sta discutendo la riforma del Senato e anche qui si chiede una maggiore organicità, dato che si sta superando il bicameralismo paritario e del Senato faranno parte i Consiglieri regionali.

Riforme che andavano fatte, senza dubbio, e su cui il paese si è arenato più volte. Ma per eleggere un Presidente di cui gli italiani siano orgogliosi ci sarebbe bisogno di più accordo, e non solo di accordi.