LE PROPOSTE DI SCELTA CIVICA PER PORRE FINE AL DRAMMA DEI PROFUGHI DI LAMPEDUSA

Con una mozione, dopo il dramma di Lampedusa, chiediamo al Governo:

-La creazione di un centro di accoglienza europeo per la richiesta di asilo anche in altri Paesi dell’Ue;

-La creazione di un primo canale di immigrazione regolare per i profughi di guerra, può essere fatto anticipando la possibilità di richiesta di asilo già sulla riva sud del Mediterraneo prevedendo, poi, dei convogli sicuri per il trasporto;

-Un ufficio di immigrazione europeo permanente sul territorio africano, in uno dei Paesi al momento stabili come il Marocco;

-La calendarizzazione urgente dell’abolizione del reato di clandestinità;

-La prosecuzione del lavoro su nuove norme sulla cittadinanza e sul diritto d’asilo.

Abbiamo presentato queste proposte in una conferenza stampa con l’on. Marazziti , durante la quale sono stati anche mostrati i filmati e le immagini che il parlamentare ha girato sull’isola e che documentano l’inadeguatezza dell’attuale sistema di accoglienza.

Mozione

La Camera,

premesso che:

il numero di esseri umani morti nel tentativo di attraversare il Mar Mediterraneo, ammonta ormai a più di ventimila e che si tratta di un fenomeno ventennale che in periodi diversi riacquista vigore senza, peraltro, essersi mai interrotto;

la strage del 3 ottobre è l’ultimo episodio di una lunghissima serie, e nonostante il numero altissimo di salvataggi, alle aumentate difficoltà di arrivo sulla Riva Nord del Mediterraneo ha corrisposto un incremento del numero delle vittime e del giro di affari dei trafficanti umani;

Lampedusa e, in altro modo altri punti di approdo in Italia rappresentano la porta Sud dell’Europa e non solo dell’Italia: guerre, persecuzioni, regimi autoritari, grandi trasformazioni appena iniziate sulla Riva Sud del Mediterraneo, privatizzazione della violenza e debolezza o assenza statuale, pulizia etnica e insicurezza di vita spingono centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini a cercare il proprio futuro rischiando la vita;

tale problema non è più solo emergenziale ed “umanitario”, anche se mantiene una drammatica valenza umanitaria che chiama in causa la natura stessa delle nostre democrazie europee, ma strutturale, e richiede interventi profondi e stabili che riguardano la politiche di asilo, le politiche umanitarie e le politiche nei confronti dell’immigrazione irregolare del nostro Paese ed europee;

la struttura del Centro di Prima Accoglienza di Lampedusa è attualmente totalmente inadeguata e negli ultimi giorni, come verificato dai deputati che l’hanno visitato, ospita in condizioni inaccettabili – nonostante gli sforzi del personale addetto – circa mille profughi con una capienza legittima di 250, e tra questi molti bambini e minori, inclusi minori con disabilità, mentre la grande maggioranza delle persone destinatarie di accoglienza sono costrette a vivere e a dormire all’aperto, senza neppure un adeguato sistema di protezione civile o tende impermeabili;

da oltre un anno sono stati stanziati e sono disponibili i fondi per il restauro e la messa in funzione di un secondo centro di prima accoglienza senza che siano iniziati i lavori già previsti a settembre dello scorso anno,

impegna il Governo a:

svuotare immediatamente il Centro di Prima Accoglienza di Lampedusa trasferendo in alloggi più confortevoli i profughi e i sopravvissuti alle guerre che oggi lo sovraccaricano, riportandolo alla sua capacità fisiologica;

avviare immediatamente i lavori per la realizzazione del secondo Centro di Accoglienza di Lampedusa;

mettere all’ordine del giorno dell’agenda europea la creazione di un primo Centro di Prima Accoglienza europeo, sul territorio italiano, in Sicilia, con la presenza delle polizie di frontiera dei 27 paesi dell’Unione, dove, a fronte di una disponibilità del nostro Paese a farsi carico di una congrua parte dei profughi che giungono via mare, sia possibile una ricollocazione della parte restante tra gli altri stati membri, permettendo anche il superamento di una parte delle strettoie legate al diritto di asilo che impediscono a quanti vorrebbero solo transitare in Italia per necessità di riunirsi a parenti già residenti in altri Paesi europei, e di crearne poi altri;

permettere l’avvio della richiesta di asilo e protezione internazionale sulla Riva Sud del Mediterraneo, nei due principali paesi di transito, Libia e Tunisia, presso consolati e ambasciate italiane, al fine di rendere possibile a candidati con forte titolo per l’accettazione in quanto provenienti da guerre e aree di persecuzione la possibilità di avanzare la propria richiesta senza doversi sottoporre al terribile viaggio via mare nelle mani di trafficanti umani solo per toccare il suolo europeo, rendendo possibile poi il viaggio in condizioni legali, senza ricatti e rischi ulteriori di vita;

proporre ai partner europei di fare altrettanto, per svuotare in questo modo anche il traffico clandestino di esseri umani, sempre più prospero, anche a causa dell’impossibilità di chiedere la protezione internazionale senza toccare il suolo europeo;

proporre all’Unione Europea la creazione di un Ufficio Europeo dell’Immigrazione stabile in territorio nordafricano – analogamente a quanto altri paesi hanno predisposto, come gli Stati Uniti – in territorio nordafricano, allo scopo di rendere possibile la richiesta di protezione internazionale senza la necessità di attraversare clandestinamente il Mediterraneo;

rafforzare il pattugliamento mediterraneo Frontex ed Eurosur e gli stanziamenti europei per la lotta ai trafficanti di esseri umani, con attenzione a che questo lavoro di contrasto rafforzi contemporaneamente anche la capacità di salvataggio dei profughi, e che nel contempo si crei una prima possibilità di emigrazione legale;

concordare con i partner europei, all’interno dei programmi di cooperazione nel contrasto dell’immigrazione clandestina e del traffico umano, un corridoio umanitario europeo, nel Mediterraneo, che permetta comunque viaggi più sicuri;

operare in Europa perché all’interno dell’accordo europeo Dublino III (n.604/2013) possa affermarsi una interpretazione più larga che permetta già dal momento dell’avvio della procedura di protezione la possibilità di inserire accanto al Paese di approdo anche i Paesi dell’Unione dove già vivono membri dello stesso nucleo familiare;

abolire le norme del testo Unico sull’immigrazione (d.lgs. n.286 del 1998) che penalizzano l’ingresso e il soggiorno irregolare, il cosiddetto “reato di clandestinità”, fermo restando il diritto del Paese, secondo le norme vigenti, all’espulsione come sanzione amministrativa quando non esistano i requisiti per il soggiorno regolare o l’accoglimento dell’istanza di protezione internazionale, garantendo una procedura d’urgenza all’esame delle proposte di legge già presentate.

Marazziti

Raciti

Santerini

Sberna

Nicoletti