Mia interrogazione al ministro Franceschini sulla chiusura del padiglione italiano ad Auschwitz e su iniziative utili a rilanciarlo
qui il resoconto stenografico dell’interrogazione:
(Iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria della Shoah – n. 3-01296) PRESIDENTE. L’onorevole Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01296, concernente iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria Atti Parlamentari — 53 — Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 FEBBRAIO 2015 — N. 375
PRESIDENTE. L’onorevole Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01296, concernente iniziative volte alla riapertura del padiglione italiano del Museo di Auschwitz e alla memoria Atti Parlamentari — 53 — Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 FEBBRAIO 2015 — N. 375della Shoah (vedi l’allegato A – Interrogazioni a risposta immediata) per un minuto.
MILENA SANTERINI. Grazie Presidente. Signor Ministro, come lei sa, negli anni scorsi abbiamo piuttosto trascurato nel museo di Auschwitz la presenza italiana in memoria delle vittime deportate dall’Italia. Quest’anno abbiamo approvato in legge di stabilità un contributo al museo. Sono in corso una serie di azioni. Io vorrei chiedere a che punto siamo e come ci stiamo occupando di questo aspetto che è fondamentale, perché, come lei sa, noi abbiamo un’opera, un’opera d’arte degli anni Settanta che, però, non è stata approvata, non è approvata dal museo e dobbiamo sostituirla con altre installazioni. Vorrei, appunto, chiedere come valorizzare e proteggere sia l’opera d’arte che esporteremo che quella che dovremo realizzare. PRESIDENTE.
Il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere. DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Signor Presidente, l’onorevole Santerini ha ricordato la situazione dell’allestimento museografico del « Blocco 21 » ad Auschwitz che, secondo la direzione del museo, non è più congruente rispetto agli standard adottati dal museo da diversi anni. Su questo, il Governo da diversi mesi si è attivato. L’opera d’arte, che è un’opera d’arte multimediale di grande impatto emotivo, che però riflette l’atmosfera dell’epoca in cui fu realizzata, è di proprietà dell’ANED, l’Associazione nazionale ex deportati, che ha acconsentito, dopo una riflessione, al suo trasferimento in Italia. Il Governo si è adoperato per le modalità di trasporto dell’opera, un’opera molto grande, per programmare il restauro e, poi, la ricollocazione. Ci sono state diverse ipotesi di collocazione in città italiane: la scelta finale è caduta, con condivisione e sollecitazione dell’Associazione nazionale ex deportati, su Firenze. Per questo si sta predisponendo una convenzione tra l’ANED, il comune di Firenze, la regione Toscana ed il MIBACT, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, a cui spetterà la responsabilità tecnica e scientifica dello smontaggio, il trasporto, il restauro e, poi, per la conservazione e il restauro interverrà l’Opificio delle pietre dure di Firenze prima della ricollocazione dell’opera. Poi, sarà responsabilità, in questo caso, della Presidenza del Consiglio di disporre, anche mediante un concorso internazionale di idee, come procedere al nuovo allestimento del « Blocco 21 » del museo di Auschwitz, affinché risponda a criteri più moderni, più attuali, sia dal punto di vista storico che museografico. Vorrei anche precisare che la previsione di spesa di un milione di euro disposta dalla legge di stabilità per il 2015 a favore della Fondazione Auschwitz-Birkenau rappresenta, invece, il contributo italiano al fondo perpetuo della Fondazione, che è costituito da tutti i Paesi per il mantenimento di tutto il complesso museale e non soltanto del singolo blocco museale.
PRESIDENTE. L’onorevole Santerini ha facoltà di replicare. MILENA SANTERINI. Signor Presidente, la ringrazio, signor Ministro, perché vedo veramente una concreta attenzione ed anche una rinnovata attenzione ai luoghi della memoria, non solo a quello di Auschwitz, ma, naturalmente, anche a quelli in Italia. Io ricordo il prossimo, il futuro, speriamo, museo della Shoah di Roma, quello di Ferrara, il memoriale della Shoah di Milano, alla stazione centrale di Milano, il cosiddetto « Binario 21 ». Sono soddisfatta della risposta, perché vedo che, appunto, c’è attenzione sia per l’opera che va spostata, va protetta e va valorizzata – e, quindi, su questo ci aspettiamo che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo dia il supporto specifico proprio di competenza – sia per la nuova installazione, perché la nuova installazione dovrà essere fatta non solo in modo più moderno, ma dovrà, in qualche modo, rendere giustizia alle prinAtti Parlamentari — 54 — Camera dei Deputati XVII LEGISLATURA — DISCUSSIONI — SEDUTA DELL’11 FEBBRAIO 2015 — N. 375cipali vittime di Auschwitz e, cioè, agli ebrei, che, quindi, hanno diritto ad essere raccontati, narrati e la loro memoria trasmessa alle giovani generazioni: mi riferisco alle famiglie, ai bambini, agli adulti, agli anziani, che hanno trovato la morte ad Auschwitz. Trovo questo molto importante e trovo altresì importante che, lasciando ogni ideologia, invece di fare la guerra delle memorie, diciamo così, tra i deportati politici e le comunità ebraiche, noi, invece, troviamo il modo di narrare quella che è stata una delle più grandi tragedie del nostro tempo.
trovate la fonte qui a pag. 53-54-55.
http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/assemblea/html/sed0375/stenografico.pdf
sotto il testo dell’interrogazione
SANTERINI. — Al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. — Per sapere – premesso che:
in occasione della Giornata della memoria, celebrata pochi giorni fa, è stata volta attenzione anche alla presenza italiana al Museo di Auschwitz, purtroppo trascurata negli ultimi anni; positivamente, nella legge di stabilità per il 2015 è stato approvato un contributo doveroso alla Fondazione del Museo;
oltre al mancato finanziamento negli anni scorsi, l’assenza del nostro Paese si rileva dalla chiusura del padiglione italiano nel memoriale, che non permette visite ai numerosi visitatori dell’ex lagernazista;
il padiglione italiano, inaugurato nell’aprile del 1980 e rimasto attivo sino al 2011, è stato chiuso d’autorità dalla direzione museale «perché non corrispondeva più agli standard» introdotti nel 2007 che richiedevano allestimenti di taglio pedagogico-illustrativo (storie, documenti, foto ed altro);
il padiglione, voluto dall’Aned, ospitava un’opera collettiva concepita dal gruppo Bbpr (Belgiojoso, Banfi, Peressutti e Rogers) con Mario «Pupino» Samonà: una spirale ad elica nella quale il visitatore poteva entrare come in un tunnel. L’interno era rivestito da una tela composta da 23 strisce dipinte da Samonà, seguendo la traccia di un testo originale di Primo Levi, scritto appositamente. In sottofondo risuonavano le note di una composizione di Luigi Nono. L’allestimento aveva la regia di Nelo Risi, fratello del più celebre Dino –:
se non ritenga di adottare ogni utile iniziativa, nell’ambito delle sue competenze, volta a consentire, da un lato, il trasferimento protetto dell’opera e la sua valorizzazione in Italia, dall’altro la riapertura del padiglione italiano di Auschwitz, prevedendo installazioni che riportino la storia della deportazione dall’Italia delle vittime, attraverso una narrazione che possa trasmettere in modo fedele, documentato e coinvolgente la memoria della Shoah in Italia alle nuove generazioni. (3-01296)
(10 febbraio 2015)