(ASCA) – Roma, 24 set 2014 – ”L’operazione Mare Nostrum, che ha permesso di salvare 90mila vite in un anno, va integrata ma non sostituita da Frontex Plus. Soccorrere in mare uomini, donne e bambini che fuggono da guerra e instabilita’ e’ un dovere umanitario a cui l’Europa non si puo’ sottrarre.
Sotto i nostri occhi si sta svolgendo una tragedia umanitaria piu’ che annunciata, davanti a cui non ci sono piu’ alibi. L’Italia si trova spesso sola in questa zona, senza aiuto di Malta o Grecia nell’area”. Lo ha affermato la deputata del gruppo parlamentare ‘Per l’Italia’ Milena Santerini, a bordo della nave San Giusto della Marina Militare insieme a una delegazione di parlamentari. Sulla nave ci sono attualmente 774 persone che saranno sbarcate oggi a Reggio Calabria, raccolte negli ultimi giorni da vari scafi. ”L’operazione Mare Nostrum, realizzata dall’Italia per far fronte all’ingente flusso di sbarchi ed evitare nuove vittime, che impiega 5 navi e circa 700 militari, deve essere affiancata – ha sottolineato Santerini – da un incisivo intervento europeo e da un maggiore impegno finanziario. Parliamo di persone che in gran parte hanno diritto all’asilo perche’ fuggono dalla guerra in Siria o dall’instabilita’ in Eritrea, Sud Sudan o altri paesi africani, attraverso una Libia ormai in deflagrazione. Occorre piu’ cooperazione europea affinche’ i rifugiati possano presentare la domanda di asilo gia’ nei paesi di transito, creando corridoi umanitari ed evitando cosi’ i viaggi della morte per mare; chiediamo di condividere con gli altri paesi questo impegno di creazione di centri oltre mare”.
”Allo stesso tempo vanno migliorate le condizioni di vita in Italia dei richiedenti asilo,che in maggioranza proseguono per altri paesi del Nord Europa che sostengono il maggior numero di rifugiati. Ognuno faccia la sua parte in Europa con una grande operazione di resettlement in tutti i Paesi, anche quelli finora non coinvolti. Gli europei si assumano insieme la responsabilita’ dei drammi globali, perche’ ‘nessun paese e’ un’isola’ ma tutti condividiamo lo stesso mondo”, conclude Santerini.