È stata approvata la nuova legge sulla cooperazione internazionale. Dal 1987 si susseguivano progetti di riforma ed ora si è raggiunto l’obiettivo di modernizzare e adeguare la politica della cooperazione. In passato il disinvestimento italiano è stato scandaloso, tanto che eravamo agli ultimi posti nella classifica OCSE. Un’inversione di tendenza si era avuta solo con il Ministro Riccardi che aveva tra l’altro ricoperto il ruolo di ministro della cooperazione internazionale e dell’integrazione. Ora si persegue nella volontà di rilancio.
Non è difficile capire che la cooperazione è una politica intelligente, l’unica in un modo interdipendente. Dire “pensiamo prima a noi, poi agli altri” denota solo miopia politica.
Certo, nel progetto di legge di cui sono firmataria avevamo proposto un rafforzamento ancora maggiore, ma il risultato di un Vice-ministro ad hoc all’interno del Ministero agli Affari Esteri (che cambia nome e è diventa MAECI) è comunque positivo. Viene poi creata l’Agenzia italiana per la cooperazione per gestire i finanziamenti. Il coordinamento è affidato al Comitato interministeriale. La Cassa depositi e prestiti intercetterà i fondi.
Una delle novità più rilevanti riguarda la messa a sistema di tutti i soggetti, soprattutto non profit. La cooperazione è di tutti! Pubblico e privati, ONG, volontariato, parrocchie e associazioni di immigrati da tempo lavorano, spesso silenziosamente, per progetti efficaci. La legge formalizza questo modello “open”.
Punto molto importante del dibattito in Commissione è stato l’accoglimento del nostro emendamento volto a prevedere che le attività di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario svolte siano da considerarsi, ai fini fiscali, attività di natura non commerciale: è così importante perché permette davvero che la cooperazione possa diventare attività diffusa nella società civile.
Tutto questo sarà veramente una riforma utile a condizione però che si faccia davvero sistema evitando l’effetto di sovrapposizione dei diversi soggetti interessati, e che si valutino gli interventi. Stanza una valutazione efficace si rischia di ripetere errori pesanti del passato.