È arrivato il momento di abolire il reato di immigrazione clandestina. Mi auguro che all’impegno assunto dal governo, confermato oggi dal ministro della Giustizia Andrea Orlando, seguano presto i fatti. È una questione logica, prima ancora che politica. Perché si tratta di un reato inutile. Come prevede la legge, per i colpevoli non c’è alcuna pena detentiva ma solo una sanzione: un’ammenda da cinque a diecimila euro. Peccato che gli stranieri entrati irregolarmente in Italia non abbiano conti correnti, né contratti di lavoro, né beni mobili o immobili. Insomma, per lo Stato recuperare il valore dell’ammenda è praticamente impossibile. Il reato di immigrazione clandestina è illogico e inutile. Lo dimostrano i dati: in questi anni i numero degli ingressi di stranieri irregolari non è affatto diminuito. È un reato dagli effetti deleteri, che grava sul carico di lavoro, già ingestibile, di molti uffici giudiziari italiani. Un reato surreale, che finisce per complicare la lotta ai trafficanti di esseri umani. Lo dice la procura nazionale antimafia: una volta che gli immigrati giunti sulle nostre coste vengono indagati, diventa impossibile sentirli come persone informate sui fatti. Rendendo più difficile l’accertamento delle responsabilità degli scafisti. Fa bene il governo ad assicurare una modifica in tempi rapidi. Il tema dell’immigrazione va affrontato con civiltà e razionalità. Ma soprattutto, senza guardare i sondaggi né inseguire il consenso elettorale.