Troppo dialogo? no, troppo poco

Un attacco al cuore dell’Europa? I terroristi islamici come quelli che hanno fatto strage a Parigi sarebbero l’avanguardia della riconquista dell’Occidente. Si materializzano i peggiori incubi, una civiltà esangue cade in mano ai nuovi barbari, le scimitarre in piazza S.Pietro.. . Proprio queste litanie lamentose e aggressive mostrano la debolezza e l’invecchiamento dell’Europa. Siamo deboli perché dovremmo reagire con la violenza e non lo facciamo abbastanza? Perché non ci accorgiamo del pericolo? È il contrario. Investiamo troppo poco in integrazione, convivenza, dialogo. Dire basta è necessario, ma non alle migrazioni, fenomeno epocale globale; non all’integrazione, sola chiave della convivenza pacifica. Non al dialogo tra le culture, vera identità europea.

Diciamo basta invece a quella che diventa una vera complicità con i violenti. Quando si grida “attenti all’Islam” e non si distingue tra i fanatici e gli altri, ci facciamo del male da soli. Quando ignoriamo l’ambiguità politica di un’Europa che ha preferito non immischiarsi lasciando i problemi fuori dalla porta. Quando alimentiamo le paure ma sfruttiamo l’immigrazione per i lavori sporchi.
Si dia finalmente il diritto ai musulmani di pregare apertamente in modo trasparente in moscheanelle nostre città perché questo favorisce l’ordine pubblico. Si rafforzino le misure di sicurezza perché la tensione è alta; ma l’integrazione non può essere continuamente un’emergenza. Si diano più diritti e non meno, e più doveri di cittadinanza. Non permettiamo a giovani generazioni frustrate dalla mancanza di futuro di arruolarsi in questa orribile jihad. L’Italia e l’Europa dimostrino di essere forti nel prendere in mano un progetto di convivenza aperto al futuro. Cominciamo dal dare la cittadinanza a chi nasce e studia qui; proseguiamo dando una scuola giusta e lavoro pulito a tutti.
Se vincesse la psicosi dell’assedio saremmo ancor più in pericolo.